Oggi 29 Marzo ci sarà a Torino un corteo delle realtà sociali del movimento per la casa, contro sfratti e speculazioni: #ribaltiamoilpianocasa.
Molti esponenti No Tav sono stati a Roma nei mesi scorsi, per appoggiare i movimenti per la casa. Abbiamo partecipato ad assemblee e coordinamenti, condividendo appieno la convinzione che in questi momenti di crisi la casa sia un diritto fondamentale, una delle necessità basilari che non possono e non devono essere negate a nessuno.
Un diritto che deve essere di tutti e tutte, senza distinzioni di ceto e provenienza, perché la dignità passa anche dalla possibilità di avere un tetto sulla testa. Un abitare che sia anche rispettoso dell’ambiente e guardi anche al recupero di tutti quegli edifici frutto di speculazione edilizia, che vengono lasciati abbandonati alla furia del tempo, vuoti ed inutilizzati.
Un diritto che corrisponde direttamente a un’emergenza, in un paese in cui sempre più famiglie si vedono sfrattate o con rischio di sfratto, perché non riescono più a pagare l’affitto della casa. Poi ci sono anche quelle famiglie che la casa ce l’avrebbero, ma ipotecata dalle banche che in momenti più floridi non hanno esitato a convincere tutti che il mutuo, l’indebitamento, fosse la scelta migliore, magari a tasso variabile “che se le cose andranno bene potrebbe anche scendere”.
Qualche giorno fa Renzi ha varato il “piano casa”, con una serie di norme che non invertono realmente la tendenza, ma spingono di nuovo all’acquisto, all’indebitamento per forza di cose, con la promessa di agevolazioni sui tassi.
Sono previste riduzioni delle spese, ma solo per qualcuno; un’offerta di alloggi di residenza pubblica da ristrutturare ridicola rispetto alla necessità attuale ed infine un fondo per morosi incolpevoli, totalmente inadeguato alla recessione attuale.
Il proprio diritto all’abitare viene reso oggi impossibile per chi occupa una casa perché, secondo questa norma, non sarà possibile prendere la residenza, allacciare le utenze e quindi mettersi in regola con i consumi. Non si tiene dunque conto dei motivi per cui una famiglia è costretta ad occupare una casa.
Do la mia completa solidarietà ai movimenti per la casa di Torino che nei giorni scorsi hanno occupato il costruendo grattacielo della Regione Piemonte, orribile monumento all’imprenditoria edile e sperpero di denaro pubblico.