Il movimento NO TAV è convintamente attivo a sostegno del SI’ al referendum del 17 aprile, abrogativo della legge trivellazioni
Consideriamo questo impegno una delle molteplici barricate che portiamo avanti ormai da quasi trent’anni e che ci accomunano alle lotte di tante realtà nel Paese e nel mondo.
Sappiamo bene che il TAV come le trivellazioni petrolifere sono semplicemente facce di un sistema fondato sulla guerra all’uomo e alla natura.
Il nemico da battere è il potere politico-finanziario che, in nome della propria riproduzione sta imponendo genocidi, desertificazioni, schiavitù neo-coloniali. Un potere che vive sulla produzione delle armi e quindi sulla guerra, sulle grandi male opere, sul lavoro schiavizzato, sull’usa e getta delle risorse, come delle persone e di tutti esseri viventi.
E’ significativo che uno dei temi che il partito trasversale degli affari sta portando avanti nella sua martellante propaganda antireferendum sia quello del diritto al lavoro, profetizzando famiglie buttate sul lastrico qualora le piattaforme petrolifere dovessero lavorare a termine.
Senza contare il fatto che un mare non inquinato offrirebbe molta più bellezza ed occasioni di lavoro turistico-naturalistico rispetto alla bomba ecologica delle piattaforme di combustibili fossili, non può non apparire sorprendente che a parlare di “diritto al lavoro” siano quello stesso governo e affini che con il job act hanno devastato decenni di conquiste operaie e sociali e imposto un ricatto occupazionale senza pari.
Il nostro non è solo un sì a fermare le trivelle, ma un sì ad un modello di vita dolce ed in sintonia con i diritti dell’uomo e della natura.
Un sì alla salvaguardia delle risorse, e dei beni pubblici, al risparmio energetico ed all’utilizzo delle fonti energetiche a misura di territorio, rinnovabili e pulite.
Un sì ad una società dove il diritto di circolazione non sia garantito alle merci e ai capitali, ma alle persone, dove ognuno abbia il diritto ad una casa, ad un lavoro decente e alla cultura, ad una vita libera e felice.
Un sì ad un mondo senza guerre e frontiere, in cui ad indicare la via siano i diritti di tutti e dove sia davvero possibile ad ognuno dare secondo le proprie possibilità e ricevere secondo i propri bisogni.
Solo così sarà possibile un presente migliore ed un futuro vivibile e il mondo dei liberi e uguali non sarà solo un’astratta speranza.
Certo, il cammino sembra sempre più in salita, eppure non dobbiamo disperare, ma rimanere sereni e chiari, nonostante tutto: come ci ricorda Rosa Luxemburg, in una lettera dal carcere dove viveva rinchiusa per la sua militanza di rivoluzionaria contro la guerra “…..anche quando può sembrare che, temporaneamente si stia mordendo il granito, non si deve dimenticare che la brava talpa della storia scava senza posa giorno e notte, fino a che si fa strada verso la luce”