Stamattina sui monti è apparsa la prima neve. Dietro i tetti d’ardesia del paese vecchio scorgo le creste innevate e il cielo pomeridiano che, dopo la mattina tersa, scolora nel grigio. Una brezza triste scuote le bandiere. Qui, sotto il gazebo, ci si attrezza per il freddo, in previsione di una resistenza che si allunga, ma che non ci spaventa né ci coglierà impreparati.
Da questo popolo buono emerge la gentilezza di chi porta doni e la caparbietà di quanti non si adeguano e non cadranno nello scoramento delle attese interminabili.
I palazzi del potere nulla sanno della lotta umile e tenace per l’esistenza quotidiana, né conoscono la vita insopprimibile delle radici che sopravvivono al tempo e ai disastri, pronte a ridare germogli e frutti nella primavera che verrà.