Qui intorno non circola nessuno. La giornata è nuvolosa, ma più tersa delle giornate ventose del passato.
Il mio glicine si è allungato sul cancello; sembra più vivo e più felice che mai. L’erba cresce fiduciosa e curiosa. I miei gatti attraversano la strada senza il pericolo di essere investiti.
Mentre l’essere umano è costretto in casa, la natura rifiorisce: evidentemente non sente la mancanza di chi l’ha sfruttata, segregata, offesa.
L’ ordine altro che ci viene imposto da un potere che sta preparando un futuro ancora peggiore dell’invivibile presente, prevede – oltre al pugno di ferro contro i carcerati , lasciati in catene davanti al coronavirus – l’eliminazione, sia pure grondante di cordoglio, degli anziani, la cui morte significa meno pensioni da pagare, con evidente sgravio per le finanze di una collettività senza memoria..
Quanto agli gli encomi ipocriti per il personale sanitario “ in trincea”, non devono far dimenticare i quarant’anni di pesantissimi tagli alla sanità pubblica, sull’onda del “ privato è bello”, mentre le casse dello stato venivano sistematicamente svuotate a favore delle grandi male inutili opere, le stesse che rimangono prioritarie per i bilanci del dopo-epidemia, perché “portano lavoro”.
Fanno un brutto effetto lo sventolìo delle bandiere tricolori di un rinato nazionalismo da adunate oceaniche sia pure in chiave buonista, l’esibizione dei cliché televisivi su una solidarietà emergenziale non destinata a durare,
E che dire dell’animalismo equivoco di quanti, all’improvviso, scoprono che adottare un cane può essere un utile salvacondotto per uscire a passeggio? (pare che i canili siano assediati da richieste di animali, alle quali hanno deciso di non rispondere, per evitare il probabile “usa e getta” in un futuro tornato “normale”).
In un paese costretto ai domiciliari dalla legge dell’epidemia, mi sembrano quasi la normalità i miei domiciliari da tribunale…: “mal comune, mezzo gaudio”? No, preferisco il grido delle barricate NO TAV: si parte e si torna insieme!