Luna

La giimagesornata che declina verso il tramonto ha un cielo di cobalto, lavato dal vento dei giorni scorsi.
Le montagne, oltre i tetti, grigie di roccia e bianche di neve.
Sono queste ore strane, tiepide come di maggio, ma con gli odori ed i silenzi di fine inverno. L’equivoco della stagione pesa sugli alberi che buttano fuori gemme frettolose, sull’inquietudine degli animali e su quest’angoscia sottile, senza un perché se non l’urgenza di catalogare i ricordi.
Fatto buio, tornerà la luna, grande, malinconica, ma capace di rischiarare la notte e di segnare il cammino.
Neppure il giorno artificiale del cantiere in Clarea riesce a spegnere quel grande volto che veglia sui boschi addormentati, in una notte che sa di primule e di primavera; una notte in cui a resistere è la vita testarda dei figli di questa terra mai arresa.