Graecia capta ferum victorem cepit.

6a0128765f18b2970c015391ccc95a970b-800wiNon dobbiamo nascondercelo: l’attentato subito dal popolo greco è pesantissimo; per tutti, anche per gli altri popoli che nel riscatto della Grecia vedevano prefigurato il loro riscatto.

Gli dei invidiosi e vendicativi che siedono nella “fortezza Europa”, come gli
antichi padroni degli schiavi ribelli, hanno messo in croce, alto sul continente, a monito di quanti mal sopportano il giogo, chi ha osato dire NO al loro dominio.

Se l’accordo sarà ratificato dal Parlamento Greco, la Grecia sarà derubricata a protettorato della troika e della Germania del capitale.


Eppure in questa devastazione si può cogliere un particolare, impercettibile, forse risibile se si guarda alla rapina della vita e dei beni pubblici che l’accordo impone, ma che dice lo spessore culturale di un popolo che, comunque, si prepara a vendere cara la propria pelle. 
Tra i pesantissimi aumenti dell’IVA, anche per i generi di prima necessità, su alcuni non hanno osato infierire: i medicinali, i libri, il teatro.

psirriE’ questo il segno dell’ immensa superiorità culturale, la stessa che venne riconosciuta dai Romani vincitori all’antica Grecia ridotta a colonia; ce lo ricorda il poeta Orazio: “ Graecia capta ferum victorem cepit”, “ la Greca conquistata conquistò il rozzo vincitore”.

Anche oggi quella cultura, che è sostanza profonda, morale e civile, si respira ad Atene perfino nei giorni della sconfitta: in quell’humus affondano le radici la ferma, pacata volontà di resistere, la povertà dignitosa, il nitore di strade e piazze, la cura per viali e parchi, le mense e gli ambulatori autogestiti, la solidarietà cittadina per le migliaia di cani e gatti di strada che, anche in questi momenti bui, vengono nutriti a spese pubbliche e accuditi dagli abitanti dei quartieri.

Questo ci dice che la troika e i suoi servi sciocchi non hanno ancora vinto, che il popolo greco forte e saggio saprà trovare la strada della liberazione.

6818121477_3fe07666c4_bMa la Grecia non potrà farcela da sola; e imperdonabile è l’inerzia di noi tutti che siamo stati a vedere, nel migliori dei casi inanellando acuti ragionamenti.

La Grecia non è altrove, è qui e ora, nel nostro paese strozzato dal Jobs Act, dal patto di stabilità, dalla svendita della scuola e della sanità pubblica, dalla privatizzazione di beni e servizi.

Proprio per noi, incatenati ad un debito che non abbiamo fatto ma che stiamo pagando pesantemente, è giunto il momento di dire basta e di praticare quel No.