Diario di viaggio: San Donato e Cernusco

A Sesto San Giovanni arriviamo dopo due giorni passati nell’area metropolitana milanese.
Le assemblee a Cernusco sul Naviglio ed a San Donato Milanese si sono svolte secondo i ritmi ormai consueti. 2014-04-16 10.50.25

A Cernusco ha introdotto Loris, che sulla lotta NO TAV ha scritto uno dei saggi più acuti, documentandosi con un lungo soggiorno in Valle e con una nutrita serie di interviste. A San Donato ho incontrato Patrizia. E’ stata lei a parlarmi di quanto sta succedendo alla Marcegaglia Buildtech di Sesto: la fabbrica chiude, lasciando a casa 169 lavoratori, ai quali viene prospettata una sola incerta e scomoda alternativa, l’eventuale spostamento a Pozzolo Formigaro, dove esiste un altro stabilimento del gruppo e dove la situazione non appare affatto tranquillizzante, vista la cinquantina di operai in esubero.


Del resto non esiste in merito alcuna garanzia: “.. sempre che la società non venga bloccata causando perdita di ordini e clientela” precisa la direzione, con evidente intento intimidatorio.
Gli operai riuniti in assemblea rifiutano quella che appare come l’anticamera del licenziamento e precisano qual è il senso effettivo dell’operazione: la speculazione edilizia, col cambio d’uso dell’area industriale; infatti questo è rimasto l’unico stabilimento tra multisale, centri commerciali ed edilizia abitativa.
Portiamo loro la solidarietà della Valle di Susa che resiste; ci raccontano del lavoro che non manca, tanto da costringerli a fare anche il turno di notte (costruiscono pannelli e profilati per l’edilizia); denunciano come un’evidente contraddizione il perlomeno sospetto stato di incuria in cui la proprietà ha lasciato da tempo la fabbrica; ci dicono degli interinali, un altro centinaio di lavoratori cui non sarà rinnovato il contratto.
Intorno a quel gruppo di uomini trattati come oggetti da usare e da gettare scorre indifferente la città, crescono impalcature e prefabbricati. Gli ultimi alberi polverosi di quello che fu un viale ed ora è un mare di asfalto guardano tristemente la scena, anch’essi in attesa della ruspa che li abbatterà.
Quale contrasto con la faccia di Emma Marcegaglia,amministratore delegato dell’impresa cui appartiene la Buildtech (e di molte altre fabbriche aperte e chiuse secondo il ritmo dei profitti padronali), che da tutti i giornali commenta sorridente e compiaciuta la sua recentissima nomina a presidente dell’ENI!

Eppure questo non è l’unico mondo possibile: l’alternativa alla rottamazione di diritti e dignità sta nel conflitto collettivo, efficace strumento di giustizia sociale, di liberazione.