Diario di viaggio: Biella 3 Aprile

Nel viaggio verso Biella ci segue la pioggia di questa primavera ritornata incerta, intirizzita.
Abbiamo lasciato l’autostrada e percorriamo strade intercomunali, tra boschi e piccoli paesi.

copertinaNella malinconia rannuvolata della sera, il verde sfoggia una gamma infinita di sfumature: un mare di teneri germogli che accompagna l’andirivieni delle strade a mezza costa.

Ad un certo punto un cartello, “La Valle dell’oro”. E’ il nostro domestico Eldorado, l’antica miniera d’oro a cielo aperto, su cui fioriscono leggende e si raccontano mitiche gare tra cercatori di pepite, lungo i greti del torrente Elvo. Sicuramente d’oro fino è la generosità dei compagni che ci accolgono a Biella. Storie di lotte, pagate duramente e mai rinnegate, un impegno che dura contro l’ingiustizia di sempre, quella che fa dell’uomo e della natura merce da sfruttare e gettare via, quando non serve più.

Risulta facile e naturale parlare con loro dell’altra Europa, anzi del mondo diverso che vogliamo; la società di fratelli, di pace e di lavoro per la quale è bello vivere e dolce lottare.
Le parole perdono retorica, diventano vere e praticabili, perché nei volti e nelle voci di questi non omologati rivivono Dolcino, Margherita, Longino, i ribelli il cui ricordo i roghi dell’inquisizione non sono riusciti ad incenerire.

Qui l’antica resistenza operaia e contadina riacquista forza e attualità.


E’ ormai tardi quando ripartiamo, emozionati e con il cuore in festa.
Nella notte si è alzata una brezza leggera, in cielo sono riapparse, a guidarci, le stelle.