Resistere per esistere

Dichiarazione allegata agli atti giudiziari

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«Quando i poteri pubblici violino le libertà fondamentali ed i diritti garantiti dalla Costituzione, la resistenza all’oppressione è diritto e dovere del cittadino».
Ii principio stabilito dai Padri Costituenti come elemento ispiratore della Costituzione nata dalla Resistenza al nazifascismo è più che mai prezioso oggi in cui non solo non vengono rispettati i dettami costituzionali, ma la Costituzione stessa viene manomessa ed è l’arbitrio a farsi legge nelle mani del partito trasversale degli affari che concentra in sé i tre poteri, usandoli come strumento di sfruttamento, repressione sociale, devastazione ambientale.
Il movimento NO TAV lotta ormai da quasi trent’anni non solo contro un’opera inutile, costosissima, devastante per la salute di chi la fa e di chi la subisce, ma contro un modello di vita e di sviluppo fondato sulla guerra all’uomo e alla natura, un potere che “usa la legge e si serve del bastone e sugli altri ha potere di padrone”.
Sul filo di questa lotta la mia vita è passata e non invano, perché ho potuto condividere il prodigio di una collettività che si ricostruiva, partendo da storie ed esperienze diverse ed unendosi in una pratica concreta , generosa e limpida , responsabilmente attenta all’esistenza di ognuno ed al futuro di tutti, anche di chi verrà dopo di noi.
E’ questo il legame profondo che ci ha uniti negli anni ed ha consolidato legami intorno a noi, antidoto potente alla società dell’usa e getta, al potere che fa della guerra tra poveri il piedistallo del proprio dominio.
Tutto ciò viene colto perfettamente dal Tribunale permanente dei popoli quando, a conclusione della sessione tenutasi in Valle di Susa nel novembre 2015, afferma che “deve essere richiamato con forza l’art. 1 della Dichiarazione universale dei diritti umani, il quale afferma che “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali per dignità e diritti. E soprattutto che “essi sono dotati di ragione e coscienza, e devono agire gli uni verso gli altri in uno spirito di fraternità”…..È questo principio fondamentale di “fraternità” che è nel cuore delle rivendicazioni delle persone che si sono mobilitate contro il TAV, il grande progetto di cui non è stata dimostrata l’effettiva utilità.”
E’ questo “spirito di fraternità” che ci ha sostenuti sempre, nei giorni e nelle notti passati a presidiare il territorio contro l’impianto dei cantieri TAV, a contrastare con i nostri corpi l’esercito di ruspe e uomini in armi che venivano ad imporre con la violenza ciò che il popolo rifiutava.
E’ ancora il senso di fraternità che ha dato vita alla Libera Repubblica della Maddalena e che ci ha permesso di affrontare a testa alta la repressione, sui luoghi della lotta, nelle aule dei tribunali, nelle carceri dove sono stati rinchiusi i nostri figli.
Fraternità non solo con gli esseri umani, ma con tutti gli esseri viventi, i grandi castagni secolari sradicati per fa posto al cemento, gli animali del bosco privati di accesso all’acqua, cacciati lontano dall’eterno giorno elettrico dei cantieri.
Fraternità che ci fa provare rabbia e pena di fronte agli operai che ogni giorno entrano a testa bassa nel “tunnel geognostico” della Clarea, a respirare l’uranio e l’amianto quotidiano.
Sete di giustizia sociale che ci fa schierare contro lo spreco di denaro pubblico connaturato alle cosiddette Grandi Opere ci impegna al fianco delle lotte per la casa, contro le privatizzazioni, per una sanità ed una scuola pubblica e gratuita, per le Piccole Opere utili, rispettose delle qualità del lavoro e della vita.
Indignazione verso un sistema che garantisce libera circolazione alle merci e ai capitali, ma alza barriere invalicabili contro chi fugge dalle guerre e dalla fame.
Questi trent’anni li ho condivisi attivamente giorno dopo giorno e ne rivendico ogni minuto, ogni passo, come un tesoro inestimabile di esperienze, di cultura, di affetti, di solidarietà che mi ha permesso di “vivere a questo mondo non come un inquilino o un viaggiatore stagionale, ma come nella casa di mio padre e di mia madre”.
Ero presente anche alla camminata del 28 giugno di un anno fa da Exilles a Chiomonte, per ricordare la libera repubblica della Maddalena e ribadire l’inesausta volontà di liberazione.
 Una grande giornata popolare, un serpentone colorato e gioioso di tutte le età, interrotto ad un certo punto da barriere inaccessibili ed inaccettabili , avvelenato dal fumo dei lacrimogeni.
Di quel giorno rivendico ogni passo ed ogni azione, come mio diritto e dovere di resistenza.
Per questo motivo rifiuto le misure restrittive che mi sono state o mi saranno comminate: non accetto di far atto di sudditanza con la firma quotidiana, non accetterò di trasformare i luoghi della mia vita in obbligo di residenza né la mia casa in prigione; non sarò la carceriera di me stessa.
Sento con me le ragioni e la forza collettiva degli oppressi, coloro che non hanno altro da perdere se non le proprie catene, ma hanno un mondo intero da conquistare.
Bussoleno, 27 giugno 2016
Nicoletta Dosio

Trivelle sul cuore del mare

referendum2016_Blu1_IlMareNostroIl movimento NO TAV è convintamente attivo a sostegno del SI’ al referendum del 17 aprile, abrogativo della legge trivellazioni

Consideriamo questo impegno una delle molteplici barricate che portiamo avanti ormai da quasi trent’anni e che ci accomunano alle lotte di tante realtà nel Paese e nel mondo.

Sappiamo bene che il TAV come le trivellazioni petrolifere sono semplicemente facce di un sistema fondato sulla guerra all’uomo e alla natura.

Il nemico da battere è il potere politico-finanziario che, in nome della propria riproduzione sta imponendo genocidi, desertificazioni, schiavitù neo-coloniali. Un potere che vive sulla produzione delle armi e quindi sulla guerra, sulle grandi male opere, sul lavoro schiavizzato, sull’usa e getta delle risorse, come delle persone e di tutti esseri viventi.

E’ significativo che uno dei temi che il partito trasversale degli affari sta portando avanti nella sua martellante propaganda antireferendum sia quello del diritto al lavoro, profetizzando famiglie buttate sul lastrico qualora le piattaforme petrolifere dovessero lavorare a termine.

Senza contare il fatto che un mare non inquinato offrirebbe molta più bellezza ed occasioni di lavoro turistico-naturalistico rispetto alla bomba ecologica delle piattaforme di combustibili fossili, non può non apparire sorprendente che a parlare di “diritto al lavoro” siano quello stesso governo e affini che con il job act hanno devastato decenni di conquiste operaie e sociali e imposto un ricatto occupazionale senza pari.

foto1-e1434443903359-1508x706_cIl nostro non è solo un sì a fermare le trivelle, ma un sì ad un modello di vita dolce ed in sintonia con i diritti dell’uomo e della natura.

Un sì alla salvaguardia delle risorse, e dei beni pubblici, al risparmio energetico ed all’utilizzo delle fonti energetiche a misura di territorio, rinnovabili e pulite.

Un sì ad una società dove il diritto di circolazione non sia garantito alle merci e ai capitali, ma alle persone, dove ognuno abbia il diritto ad una casa, ad un lavoro decente e alla cultura, ad una vita libera e felice.

Un sì ad un mondo senza guerre e frontiere, in cui ad indicare la via siano i diritti di tutti e dove sia davvero possibile ad ognuno dare secondo le proprie possibilità e ricevere secondo i propri bisogni.

797689Solo così sarà possibile un presente migliore ed un futuro vivibile e il mondo dei liberi e uguali non sarà solo un’astratta speranza.

Certo, il cammino sembra sempre più in salita, eppure  non dobbiamo disperare, ma rimanere sereni e chiari, nonostante tutto: come ci ricorda Rosa Luxemburg, in una lettera dal carcere dove viveva rinchiusa per la sua militanza di rivoluzionaria contro la guerra “…..anche quando può sembrare che, temporaneamente si stia mordendo il granito, non si deve dimenticare che la brava talpa della storia scava senza posa giorno e notte, fino a che si fa strada verso la luce”

Contro il passo ferrato della guerra

Pomeriggio di pallido sole, ma l’aria è già di primavera.
Lungo la strada verso la Clarea gli alberi si rivestono di gemme, sui pendii, tra le foglie secche, fanno capolino primule e viole.
1976958_1714085662161312_854394665884543101_nIn questa giornata di mobilitazione nazionale contro la guerra abbiamo scelto di manifestare davanti al cantiere TAV, il luogo dove meglio si incarna la nostra resistenza quotidiana.
Quella che cammina verso il cantiere è una piccola folla : anziani, qualche giovane, tante donne, bandiere NO TAV, bandiere rosse, qualche bandiera arcobaleno e, in apertura, uno striscione, di fattura artigianale,come si facevano un tempo, cui è affidato il messaggio “ Contro la guerra, le basi militari, le truppe d’occupazione”.
DSC_0979 (2)Il terreno risuona ancora rigido sotto i nostri passi, ma il vento leggero di marzo corre sul sentiero, si insinua tra le vigne già potate, gioca con le bandiere.
La guerra sembrerebbe lontana, molto lontana, se non fosse quella distesa pelata là in fondo, quella lebbra grigia che si allarga tra i boschi portando devastazione e schiavitù.
Là siaDSC_1000mo diretti, ma non ci arriviamo: ad una curva troviamo la strada interrotta da jersey e uomini in assetto antisommossa; tra i boschi sopra di noi si intravede una fila di armati.
Va così in pezzi l’incanto bucolico dei luoghi e del tempo.
Il potere che, in nome di grandi sporchi interessi, ci opprime da decenni con una guerra “a bassa intensità” è lo stesso che da 25 anni scatena guerre ad alta intensità contro altri “popoli di troppo”; Iraq, 12805663_696115653863829_6349812222413293953_nJugoslavia, Somalia, Afghanistan, ed ora Siria, Libia e altri ancora.
Sentiamo materializzarsi intorno a noi il fiume dei disperati che, in fuga dalla guerra e dalla fame, vanno a morire contro le barriere invalicabili dell’ Occidente imperialistico e neocoloniale.
Da 25 anni anche i governi italiani, in spregio dell’articolo 11 della Costituzione, precipitano il Paese in guerre scatenate dal capitale ai danni degli sfruttati e dei poveri del mondo; guerre all’esterno, a fianco degli USA e della NATO, o portate avanti “in guanti bianchi”, con la vendita di armi ai potentati economici di ogni continente; guerre all’interno attraverso leggi securitarie, taglio di diritti e repressione delle lotte. Il nostro NO TAV è un NO a tutto questo.
10347620_696116077197120_2969599671437662455_nOrmai si fa sera; si preannuncia una notte fredda, senza stelle.
Sul sentiero, a ridosso dello sbarramento, accendiamo un falò.
Che luce e calore giungano lontano, fuoco di resistenza e di ribellione, messaggio fraterno agli umiliati e oppressi di tutto il mondo.