Per Gabriella

img-20160820-wa0000Cara Gabriella,

è davvero singolare, forse improprio, scriverti una lettera ora che non la potrai leggere, ma mi sembra l’unico modo per parlare di te senza quella retorica e quei formalismi che tanto detestavi.

Tu, nata benestante, scegliesti di condividere la vita e l’impegno con l’altra parte, quella degli ultimi e degli sfruttati.

La tua lunga militanza , passata attraverso Lotta Continua, Democrazia proletaria, Il Circolo “eretico” di Rifondazione Comunista di Bussoleno, il tuo impegno sindacale che ti fece colonna portante dei Cobas, non si sono mai curati degli apparati, ma sempre delle esistenze invisibili, dei bisogni concreti, delle difficoltà dei più deboli e sfruttati, per i quali hai combattuto costantemente, con infinita tenacia.

Insieme a questa mia Valle che resiste, hai condiviso la storia almeno degli ultimi trentacinque anni.

Come dimenticare la rivista Primo piano che conducevi insieme a Pino Bertolino? Fin dagli anni ’80 e finché fu in grado di uscire, ospitò i nostri scritti di denuncia sulla grande mala opera autostradale Torino Bardonecchia, sul lavoro da schiavi alla cava Palli di Meana, sulla vicenda del megaelettrodotto Grand Ile-Moncenisio-Piossasco, sulle tappe dell’opposizione al TAV (il primo scritto risale alla fine anni ’80); e fu la nostra voce nella battaglia per una scuola pubblica, laica, democratica e formativa, per la quale tu, insegnante, ti battesti sempre.

Ma di te voglio ricordare anche i momenti di gioia, l’allegria delle partite a carte, sotto il pergolato della Credenza dopo i pranzi del Primo Maggio o a conclusione delle marce NO TAV.

10347620_696116077197120_2969599671437662455_nPer festeggiare l’8 dicembre dell’anno scorso, volesti partecipare alla marcia, anche se stavi male. Ti accompagnammo in sedia a rotelle, da Susa a Venaus; mi colpì l’entusiasmo quasi fanciullesco di te che, circondata dai compagni più cari e fedeli, ammiravi i luoghi ammantati di boschi autunnali e dipanavi ricordi dei tanti appuntamenti valsusini cui non eri mai mancata.

Quella fu l’unica volta in cui non ti vidi scattare fotografie, ma essere fotografata: istantanee di te ne abbiamo poche, perché eri sempre tu a riprenderci ed a recapitare puntualmente a tutti ritratti che erano veri capolavori di immediatezza e di verità. Anche in questo tu non sceglievi i palchi, ma la strada, i volti senza nome, le storie di cui nessuno parla: non c’è uno di noi che non abbia un tuo ricordo, un’istantanea al corteo, o alle reti, o ai presidi, o in cucina alla Credenza.

La tua macchina fotografica l’ho rivista stamattina, nella stanza dove tu percorrevi gli ultimi tratti di una sentiero faticosissimo. Accanto a te c’era, come sempre Diego, il tuo compagno nell’impegno e nella vita, il tuo grande amore. Sugli scaffali alle pareti, centinaia di fascicoli, le storie delle lotte alle quali hai dedicato le tue cure e la tua esistenza.

Ad un certo punto, dalla finestra socchiusa si è affacciato un gattino, uno di quelli che tu nutrivi.

stormo-migrazioneQuando Diego ci ha richiamati per dirci che era finita, ti ho immaginata fuggire da quel varco, libera e leggera, verso il cielo dove il sole era tornato a vincere i nuvoloni gonfi di pioggia; e dietro a te, in volo come uno stormo di uccelli migratori, le migliaia di volantini che instancabilmente scrivesti, sottraendo tempo al cibo e al sonno, per raccontare il conflitto, per dare voce a chi non ne ha.

Un abbraccio a Diego, a tutti i tuoi cari, alle compagne e ai compagni che ti hanno amata, che ora ti piangono e che ti ricorderanno sempre.

Nell’aurora del mondo che verrà, ai cancelli ci sarai ancora tu con noi, dolce e forte, Gabriella….

Oggi, al tribunale di Torino, per rivendicare l’evasione felice.

«La resistenunnamedza, individuale e collettiva agli atti dei pubblici poteri che violino le libertà fondamentali e i diritti garantiti dalla presente Costituzione, è diritto e dovere di ogni cittadino». (Articolo proposto per la Costituzione della Repubblica Italiana del 1948 e non recepito)

Oggi, in quest’aula, rivendico – accanto al diritto di resistenza contro le grandi male opere ed il modello di vita e di società ad esse connesso – la mia evasione e la mia concreta, consapevole opposizione alle misure cautelari inflittemi, via via aggravate dal tribunale di Torino.

Mio intendimento è di denunciare e di oppormi a tali misure, per me e per tutti coloro che, nel movimento NO TAV e in tante altre realtà di lotta allo stato di cose presente, si vedono quotidianamente comminare, dalle procure e dai tribunali, provvedimenti arbitrari e vendicativi.

Anche in questo il movimento NO TAV ha fatto scuola e le pratiche repressive nei suoi confronti si sono rivelate sperimentazione da applicare puntualmente là dove il partito trasversale degli affari e della guerra sente messo in discussione il proprio dominio.

Le misure cosiddette cautelari sono state e sono usate a piene mani e in modo esplicito, quale arma di repressione per criminalizzare il dissenso e negare la libertà di pensiero e di espressione; un avvertimento che la giustizia non è uguale per tutti.

La lodownload-1ro stessa natura di pene inflitte preventivamente, senza un regolare processo, con ampi margini di discrezionalità, le mette a nudo come strumento di giudizio etico-politico volto a colpire ciò che si è, più che ciò che si fa.

I risultati sono riscontrabili costantemente nella storia dei processi contro i militanti NO TAV: mesi di carcere preventivo e domiciliari che, a seguito di regolare processo, si sono tradotti in condanne di pochi mesi con sospensione condizionale della pena; sentenze che non bastano però a cancellare le umiliazioni, la perdita della libertà, la quotidianità negata, la vita messa in manette.

Per quanto mi riguarda, ho fatto convintamente questa scelta di lotta ed intendo portarla fino in fondo. Dichiaro fin da ora che, qualunque sarà il giudizio di questo tribunale nei miei confronti, continuerò a disobbedire, ad oppormi senza mediazioni, con gioia, sostenuta dall’abbraccio fraterno del popolo NO TAV e di quanti non hanno mandato all’ammasso la ragione, il cuore, la dignità. Lo farò per dovere e per affetto nei confronti di chi, come Luca e Giuliano, a differenza mia, per lo stesso mio reato, ha subito il carcere. Lo farò anche per complicità con Jacopo, Eddy e tutti coloro che sono sottoposti ai domiciliari o a qualsiasi altra misura restrittiva.

Coalbrecht-duerer-piccolo-gufome per il gufo di Durer, “il nostro solo crimine è di veder chiaro nella notte”.

Verità perfettamente adattabile al mondo che non si adegua a vivere immobile e sottomesso, in questa notte profonda che cancella diritti, democrazia formale e sostanziale, responsabilità verso il futuro.

Contro il buio mortifero delle casseforti, dei tunnel e delle prigioni noi vediamo chiaro e continuiamo a lottare perché si faccia giorno, sicuri dell’alba che verrà.

Bussoleno, 23 novembre 2016

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++ Convalidato arresto della pasionaria dei No Tav ++
Nicoletta Dosio

A volte succede….

15042065_206491616458851_8213212284490750370_oA volte succede che i formalismi istituzionali siano spazzati via dall’emozione di un sentimento che nasce e cresce all’improvviso, fatto di dignità, di indignazione per l’ingiustizia, di magnifica, sorprendente, consapevole consonanza con un sentire condiviso che diventa commozione, forza collettiva, testimonianza di verità, anelito di liberazione.
Era questo il clima che si respirava al teatro Don Bunino di Bussoleno, gremito ad accogliere ed ascoltare il Sindaco di Napoli Luigi De Magistris.
Nelle sue parole viveva una città nobile e povera, testardamente determinata a ricostruirsi, con le napoli-caffe-sospeso-bar-gambrinus-2-1antiche vie del centro storico, i rioni di cui ci parlano il teatro di Eduardo e le opere di Matilde Serao, l’affettuosa ironia del principe De Curtis, i babà a foggia di Vesuvio e la genialmente generosa consuetudine del “caffè sospeso”, gli inquietanti luoghi di detenzione ora occupati e trasformati in cuori pulsanti dei quartieri, le periferie degradate che chiedono riscatto. Napoli bella e struggente che ti si annida in cuore come un amore che più non ti abbandona.
Ad accoglierlo erano presenti, i Sindaci della Valle, ma c’era prima di tutto il popolo No TAV che nel pomeriggio lo aveva accompagnato in Clarea, al Campo della memoria con vista sullo scempio del cantiere.
centri-socialiDe Magistris ha raccontato l’esperienza difficile e coraggiosa di un sindaco che ama, riamato, la propria città e che per essa lotta, cozzando continuamente contro i poteri forti.
Storie di una battaglia testarda e faticosa: la ripubblicizzazione dell’acquedotto comunale, il NO all’applicazione del patto di stabilità; l’ardua gestione del problema rifiuti, il braccio di ferro contro il governo per il risanamento dell’area industriale di Bagnoli, luogo dove si continua a morire per i veleni dell’ex Ilva e dell’ex Eternit; l’affidamento degli immobili occupati ai giovani dei centri sociali occupanti, il loro riconoscimento come ex-asilo-filangieri-occupato-napoli-9-752036portatori di bene comune, «capaci di generare capitale sociale, manifestatisi come fattori di aggregazione, capaci di promuovere comportamenti di cittadinanza attiva, generatori di sistemi di autogoverno ed autoregolazione ispirati alla libertà di accesso e di partecipazione e comunque al sistema di valori sanciti e tutelati dalla Costituzione della Repubblica italiana»; l’appello all’accoglienza di quanti, in fuga dalla fame e dalle guerre volute dal Nord del mondo, vanno a cozzare e a morire contro le barriere invalicabili di quello stesso sistema guerrafondaio che li affama e li devasta; la chiamata alla partecipazione popolare e l’elogio della sua città, della povera gente che non teme di affrontare ancora sacrifici perché comprende e condivide il percorso difficile, ma concreto, di liberazione.
14990954_10210124773383082_7149064137201142247_oLe parole del Sindaco di Napoli e della giovanissima consigliera Comunale Eleonora De
Majo hanno entusiasmato e commosso le donne e gli uomini del movimento NO TAV: occhi lucidi, lunghi applausi a sottolineare i riferimenti alla lotta popolare contro le grandi male opere e la repressione che le accompagna.
Emozione e condivisione (con un’unica imbarazzata eccezione) anche da parte dei sindaci presenti, circa la nec
essità del NO sociale in difesa della Costituzione nata dall’antifascismo e dalla Resistenza, mai veramente realizzata ed ora più che mai sotto attacco da parte di un governo espressione del partito trasversale degli affari e della guerra.
15000134_206491706458842_6600521241202628912_oL’assemblea si è conclusa con un “gemellaggio di lotta”, sottolineato dalla Sindaca
Loredana Bellone con la consegna al Sindaco De Magistris di una maglietta e di una felpa NO TAV dei Pintoni attivi, irriducibili sentinelle della Clarea.
Una serata la quale, nella profonda silenziosa notte che mi avvolge, è già ricordo, ma ricordo fraterno, capace di consolazione.
Penso a Leopardi, per cui Napoli fu l’ultima dimora e gli ispirò la sua lirica più forte, bella e solidale, La ginestra

ginestre-vesuvio-vulcanosolfatara“Or tutto intorno una ruina involve,
dove tu siedi, o fior gentile, e quasi
i danni altrui commiserando, al cielo
di dolcissimo odor mandi un profumo,
che il deserto consola……….”