Non dimenticherò.
Non dimenticherò gli incontri davanti alle fabbriche chiuse, sui terreni insidiati dalle ruspe, tra i veleni delle discariche abusive di rifiuti tossici, sui binari dove un tempo passavano treni pendolari ed ora cresce l’abbandono, sui campi dove viene quotidianamente usato e gettato un fiume di schiavi.
Non dimenticherò l’impegno di compagne e compagni che ci attendevano ai mille crocevia degli incontri per l’Altra Europa e ci guidavano tra strade e quartieri, fino ai luoghi degli appuntamenti.
E mi accompagna la fuggitiva, dolorosa bellezza di certi momenti sottratti al ritmo frenetico del viaggiare; un uliveto semiarso, a picco sugli scogli; una piccola cala tra cantieri navali dove il mare parla con voce di prigioniero; la “mesciua” gustata con i compagni, in un’osteria spezina; le fusa di un gattino bianco e nero, ultimo abitante di orti smangiati dai lavori del terzo valico; la nenia indiana improvvisata da un venditore di rose durante l’assemblea con Haidi; il palco inondato dalle note della pizzica e l’abbraccio della mamma di Dax ; la malinconia del tramonto sull’ acqua ferma delle risaie; il selciato di un lungolago battuto dalla pioggia.
Dalla cucina della Credenza, dove mi sto destreggiando tra pentole e fornelli, il pensiero va lontano, a tutti voi che ho incontrato e riconosciuto.
Se grande è l’ingiustizia, più forte è la tenacia della vita, testarda la resistenza, caldo l’abbraccio dei fratelli. La lotta continua.
Diario di Viaggio: Vigevano 26 aprile
Lasciamo Bussoleno e la festa in strada che parla di Resistenza passata e presente: ci attende un’altra piazza dove si parlerà di un’ unione europea nata male e andata avanti peggio, un’Europa da distruggere, per costruire l’altra Europa , quella della pace nella giustizia sociale.
Ci accoglie una regione di risaie che si stende dal Vercellese, al Novarese, fin sotto le colline dell’Oltrepo. Terra nera e acque: E’ cominciato l’allagamento dei terreni; per il momento sono grandi pozze, ma presto sarà un mare.
Vigevano, la città che conobbi nei romanzi di Lucio Mastronardi, ci attende in una piazza del sabato pomeriggio, splendidamente rinascimentale, gremita di gente a passeggio, di caffè affollati.
I compagni hanno preparato un palco con striscioni e bandiere rosse al vento, tra cui spicca la scritta NO TAV, insieme all’arcobaleno della pace e alla bandiera palestinese. Sul fondo il ritratto di Hugo Chavez, cui è intitolato il Circolo PRC.
Diario di Viaggio: Torino, Caffè Basaglia 22 aprile
Caffè Basaglia, Torino. Vi arriviamo attraverso viali alberati e vecchi quartieri che fiancheggiano la Dora, in questa dolce , tranquilla sera di primavera.
Grazie al grande impegno dei volontari, i locali (che costituirono il primo studio cinematografico torinese) sono diventati un luogo ospitale di sperimentazione sociale e culturale, di cui la solidarietà e l’attenzione alla persona costituiscono il solido fondamento e la ragione profonda.
Ad accompagnaci sono due punti di forza di questa realtà, Daniele, un compagno NO TAV, e Ugo, medico, colui che questa esperienza l’ha voluta e la porta avanti con incrollabile dedizione e amore.
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