Per Pino

PINOPino. L’ho conosciuto e, come tanti, gli ho voluto bene. Era anche lui un insegnante, Cobas, un compagno generoso, sensibile, colto della cultura che si sostanzia di vita e di impegno. Per questo era amato dai giovani, dalla gente semplice.

Se ripenso a Pino, rivedo il minuscolo appartamento, arrampicato in un quartiere popolare, in cui Pino mi ospitò, a Brescia, dopo una serata NO TAV: quelle stanze semplici, affastellate di libri, quaderni e volantini, gli assomigliavano.
Pino incontrò la Valle di Susa che lotta contro il TAV e fece sua questa lotta. In Valle venne più volte, fin dai primi anni 2000, con l’impegno militante e instancabile che lo contraddistingueva.
Lo ricordo a Venaus, a Susa e a Torino, a portare la solidarietà Cobas sui palchi delle manifestazioni NO TAV. Conobbe pure la Clarea, la nostra baita appena iniziata e già sequestrata.
Pino, anche il popolo NO TAV ti saluta e non ti dimenticherà.
Un abbraccio solidale alla tua famiglia e ai compagni.

Graecia capta ferum victorem cepit.

6a0128765f18b2970c015391ccc95a970b-800wiNon dobbiamo nascondercelo: l’attentato subito dal popolo greco è pesantissimo; per tutti, anche per gli altri popoli che nel riscatto della Grecia vedevano prefigurato il loro riscatto.

Gli dei invidiosi e vendicativi che siedono nella “fortezza Europa”, come gli
antichi padroni degli schiavi ribelli, hanno messo in croce, alto sul continente, a monito di quanti mal sopportano il giogo, chi ha osato dire NO al loro dominio.

Se l’accordo sarà ratificato dal Parlamento Greco, la Grecia sarà derubricata a protettorato della troika e della Germania del capitale.


Eppure in questa devastazione si può cogliere un particolare, impercettibile, forse risibile se si guarda alla rapina della vita e dei beni pubblici che l’accordo impone, ma che dice lo spessore culturale di un popolo che, comunque, si prepara a vendere cara la propria pelle. 
Tra i pesantissimi aumenti dell’IVA, anche per i generi di prima necessità, su alcuni non hanno osato infierire: i medicinali, i libri, il teatro.

psirriE’ questo il segno dell’ immensa superiorità culturale, la stessa che venne riconosciuta dai Romani vincitori all’antica Grecia ridotta a colonia; ce lo ricorda il poeta Orazio: “ Graecia capta ferum victorem cepit”, “ la Greca conquistata conquistò il rozzo vincitore”.

Anche oggi quella cultura, che è sostanza profonda, morale e civile, si respira ad Atene perfino nei giorni della sconfitta: in quell’humus affondano le radici la ferma, pacata volontà di resistere, la povertà dignitosa, il nitore di strade e piazze, la cura per viali e parchi, le mense e gli ambulatori autogestiti, la solidarietà cittadina per le migliaia di cani e gatti di strada che, anche in questi momenti bui, vengono nutriti a spese pubbliche e accuditi dagli abitanti dei quartieri.

Questo ci dice che la troika e i suoi servi sciocchi non hanno ancora vinto, che il popolo greco forte e saggio saprà trovare la strada della liberazione.

6818121477_3fe07666c4_bMa la Grecia non potrà farcela da sola; e imperdonabile è l’inerzia di noi tutti che siamo stati a vedere, nel migliori dei casi inanellando acuti ragionamenti.

La Grecia non è altrove, è qui e ora, nel nostro paese strozzato dal Jobs Act, dal patto di stabilità, dalla svendita della scuola e della sanità pubblica, dalla privatizzazione di beni e servizi.

Proprio per noi, incatenati ad un debito che non abbiamo fatto ma che stiamo pagando pesantemente, è giunto il momento di dire basta e di praticare quel No.

Exarchia.

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Exarchia è una terra favolosa, città nella città: osterie; piazze alberate dove convivono i più differenti idiomi, età, stili di vita; cani di strada dolcissimi e miti; improbabili orti urbani, balconi fioriti e scampoli di vecchie case abbandonate, ruderi abitati da arbusti e rampicanti, piccole botteghe che esibiscono frutta e collane, casacche turche e jeans, spezie e smartphone.
Quiexarchia caffè ci si può perdere nel dedalo delle stradine infuocate dal sole di luglio e riemergere in viali
che compaiono inaspettatamente ad ombreggiare piccoli caffè.
2015-07-05 15.21.45Exarchia è la poesia dei suoi murales, vere opere d’arte capaci di raccontare lotte,  vite minime e  morti precoci;   girandole di colori che narrano la fugacità della bellezza e la inesauribile meraviglia della  natura, danze macabre accanto a surreali terre tropicali, dove la rana 5661602920_5e4614e10a_nconvive col tucano e le colombe volano tra alberi incantati.
In un locale che è insieme taverna, biblioteca e centro sociale ,  mi accoglie, insieme alle grandi A cerchiate dell’anarchia, la bandiera NO TAV. Sui muri campeggiano i manifesti referendari per il NO. Un militante ci spiega che, nella galassia anarchica, loro, a differenza di altri, hanno scelto di votare, contro il sistema e la “fortezza Europa”..
lukanikos2E’ il NO irriducibile della resistenza giovanile, praticata coraggiosamente negli ultimi anni, in una città blindata e militarizzata, dove gli agenti avevano licenza di sparare e di uccidere.
Così mori Alexis Grigoropoulos, colpito a freddo dalla polizia. Aveva quindici anni e quel sabato del dicembre 2015-07-05 15.02.182008 stava festeggiando con gli amici San Nicolao.
In una strada di Exarchia, nel punto in cui Alexis fu assassinato, restano una lapide (“ A ricordo del piccolo Alessandro. Aveva solo 15 anni…”) ed una targa da cui 2015-07-05 15.01.16sorride il suo volto  ragazzino, accompagnato da una scritta che consegna alla coscienza collettiva un duro atto d’accusa : “Qui, il 6 dicembre 2008, in modo del tutto immotivato, fu spento il  sorriso bambino, dalla pallottola di non pentiti assassini” .
Alexis come Carlo, Federico, Stefano……Exarchia è tutto il mondo.