Diario di Resistenza

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Suspice coelum ut agricola, scruta il cielo come un agricoltore: così recita la meridiana che scorgo dalla finestra di questo mio luogo di evasione.

Se alzo lo sguardo al cielo, oltre i tetti della Bussoleno medioevale, scorgo il vallone di Balmafol, luogo di memorie partigiane. Tra le baite di quei pianori perennemente battuti dal vento, i giovani ribelli di allora, con pochi mezzi e tanto cuore, ricacciarono le squadracce nere salite a catturarli ed a depredare le povere cose dei montanari.
Sotto di me, nella piccola via, al presidio resistente, altri giovani e meno giovani vegliano sulla mia libertà e sulla nostra lotta contro i grandi, sporchi interessi di sempre.
La Resistenza continua.

Resistere per esistere

Dichiarazione allegata agli atti giudiziari

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«Quando i poteri pubblici violino le libertà fondamentali ed i diritti garantiti dalla Costituzione, la resistenza all’oppressione è diritto e dovere del cittadino».
Ii principio stabilito dai Padri Costituenti come elemento ispiratore della Costituzione nata dalla Resistenza al nazifascismo è più che mai prezioso oggi in cui non solo non vengono rispettati i dettami costituzionali, ma la Costituzione stessa viene manomessa ed è l’arbitrio a farsi legge nelle mani del partito trasversale degli affari che concentra in sé i tre poteri, usandoli come strumento di sfruttamento, repressione sociale, devastazione ambientale.
Il movimento NO TAV lotta ormai da quasi trent’anni non solo contro un’opera inutile, costosissima, devastante per la salute di chi la fa e di chi la subisce, ma contro un modello di vita e di sviluppo fondato sulla guerra all’uomo e alla natura, un potere che “usa la legge e si serve del bastone e sugli altri ha potere di padrone”.
Sul filo di questa lotta la mia vita è passata e non invano, perché ho potuto condividere il prodigio di una collettività che si ricostruiva, partendo da storie ed esperienze diverse ed unendosi in una pratica concreta , generosa e limpida , responsabilmente attenta all’esistenza di ognuno ed al futuro di tutti, anche di chi verrà dopo di noi.
E’ questo il legame profondo che ci ha uniti negli anni ed ha consolidato legami intorno a noi, antidoto potente alla società dell’usa e getta, al potere che fa della guerra tra poveri il piedistallo del proprio dominio.
Tutto ciò viene colto perfettamente dal Tribunale permanente dei popoli quando, a conclusione della sessione tenutasi in Valle di Susa nel novembre 2015, afferma che “deve essere richiamato con forza l’art. 1 della Dichiarazione universale dei diritti umani, il quale afferma che “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali per dignità e diritti. E soprattutto che “essi sono dotati di ragione e coscienza, e devono agire gli uni verso gli altri in uno spirito di fraternità”…..È questo principio fondamentale di “fraternità” che è nel cuore delle rivendicazioni delle persone che si sono mobilitate contro il TAV, il grande progetto di cui non è stata dimostrata l’effettiva utilità.”
E’ questo “spirito di fraternità” che ci ha sostenuti sempre, nei giorni e nelle notti passati a presidiare il territorio contro l’impianto dei cantieri TAV, a contrastare con i nostri corpi l’esercito di ruspe e uomini in armi che venivano ad imporre con la violenza ciò che il popolo rifiutava.
E’ ancora il senso di fraternità che ha dato vita alla Libera Repubblica della Maddalena e che ci ha permesso di affrontare a testa alta la repressione, sui luoghi della lotta, nelle aule dei tribunali, nelle carceri dove sono stati rinchiusi i nostri figli.
Fraternità non solo con gli esseri umani, ma con tutti gli esseri viventi, i grandi castagni secolari sradicati per fa posto al cemento, gli animali del bosco privati di accesso all’acqua, cacciati lontano dall’eterno giorno elettrico dei cantieri.
Fraternità che ci fa provare rabbia e pena di fronte agli operai che ogni giorno entrano a testa bassa nel “tunnel geognostico” della Clarea, a respirare l’uranio e l’amianto quotidiano.
Sete di giustizia sociale che ci fa schierare contro lo spreco di denaro pubblico connaturato alle cosiddette Grandi Opere ci impegna al fianco delle lotte per la casa, contro le privatizzazioni, per una sanità ed una scuola pubblica e gratuita, per le Piccole Opere utili, rispettose delle qualità del lavoro e della vita.
Indignazione verso un sistema che garantisce libera circolazione alle merci e ai capitali, ma alza barriere invalicabili contro chi fugge dalle guerre e dalla fame.
Questi trent’anni li ho condivisi attivamente giorno dopo giorno e ne rivendico ogni minuto, ogni passo, come un tesoro inestimabile di esperienze, di cultura, di affetti, di solidarietà che mi ha permesso di “vivere a questo mondo non come un inquilino o un viaggiatore stagionale, ma come nella casa di mio padre e di mia madre”.
Ero presente anche alla camminata del 28 giugno di un anno fa da Exilles a Chiomonte, per ricordare la libera repubblica della Maddalena e ribadire l’inesausta volontà di liberazione.
 Una grande giornata popolare, un serpentone colorato e gioioso di tutte le età, interrotto ad un certo punto da barriere inaccessibili ed inaccettabili , avvelenato dal fumo dei lacrimogeni.
Di quel giorno rivendico ogni passo ed ogni azione, come mio diritto e dovere di resistenza.
Per questo motivo rifiuto le misure restrittive che mi sono state o mi saranno comminate: non accetto di far atto di sudditanza con la firma quotidiana, non accetterò di trasformare i luoghi della mia vita in obbligo di residenza né la mia casa in prigione; non sarò la carceriera di me stessa.
Sento con me le ragioni e la forza collettiva degli oppressi, coloro che non hanno altro da perdere se non le proprie catene, ma hanno un mondo intero da conquistare.
Bussoleno, 27 giugno 2016
Nicoletta Dosio

Trivelle sul cuore del mare

referendum2016_Blu1_IlMareNostroIl movimento NO TAV è convintamente attivo a sostegno del SI’ al referendum del 17 aprile, abrogativo della legge trivellazioni

Consideriamo questo impegno una delle molteplici barricate che portiamo avanti ormai da quasi trent’anni e che ci accomunano alle lotte di tante realtà nel Paese e nel mondo.

Sappiamo bene che il TAV come le trivellazioni petrolifere sono semplicemente facce di un sistema fondato sulla guerra all’uomo e alla natura.

Il nemico da battere è il potere politico-finanziario che, in nome della propria riproduzione sta imponendo genocidi, desertificazioni, schiavitù neo-coloniali. Un potere che vive sulla produzione delle armi e quindi sulla guerra, sulle grandi male opere, sul lavoro schiavizzato, sull’usa e getta delle risorse, come delle persone e di tutti esseri viventi.

E’ significativo che uno dei temi che il partito trasversale degli affari sta portando avanti nella sua martellante propaganda antireferendum sia quello del diritto al lavoro, profetizzando famiglie buttate sul lastrico qualora le piattaforme petrolifere dovessero lavorare a termine.

Senza contare il fatto che un mare non inquinato offrirebbe molta più bellezza ed occasioni di lavoro turistico-naturalistico rispetto alla bomba ecologica delle piattaforme di combustibili fossili, non può non apparire sorprendente che a parlare di “diritto al lavoro” siano quello stesso governo e affini che con il job act hanno devastato decenni di conquiste operaie e sociali e imposto un ricatto occupazionale senza pari.

foto1-e1434443903359-1508x706_cIl nostro non è solo un sì a fermare le trivelle, ma un sì ad un modello di vita dolce ed in sintonia con i diritti dell’uomo e della natura.

Un sì alla salvaguardia delle risorse, e dei beni pubblici, al risparmio energetico ed all’utilizzo delle fonti energetiche a misura di territorio, rinnovabili e pulite.

Un sì ad una società dove il diritto di circolazione non sia garantito alle merci e ai capitali, ma alle persone, dove ognuno abbia il diritto ad una casa, ad un lavoro decente e alla cultura, ad una vita libera e felice.

Un sì ad un mondo senza guerre e frontiere, in cui ad indicare la via siano i diritti di tutti e dove sia davvero possibile ad ognuno dare secondo le proprie possibilità e ricevere secondo i propri bisogni.

797689Solo così sarà possibile un presente migliore ed un futuro vivibile e il mondo dei liberi e uguali non sarà solo un’astratta speranza.

Certo, il cammino sembra sempre più in salita, eppure  non dobbiamo disperare, ma rimanere sereni e chiari, nonostante tutto: come ci ricorda Rosa Luxemburg, in una lettera dal carcere dove viveva rinchiusa per la sua militanza di rivoluzionaria contro la guerra “…..anche quando può sembrare che, temporaneamente si stia mordendo il granito, non si deve dimenticare che la brava talpa della storia scava senza posa giorno e notte, fino a che si fa strada verso la luce”