Gli agenti condannati (ad una pena mite ) per aver assassinato un ragazzo, Federico Aldrovandi, sono stati lungamente applauditi dai poliziotti del Sap, ieri in congresso a Rimini.
Fingono di dispiacersene, gli uomini di governo , che continuano a varare leggi per militarizzare i territori e reprimere le lotte (Valsusa insegna); quelli che si scagliano contro le richieste di codice identificativo sulle divise delle “forze dell’ordine”, che propongono e approvano in Senato una legge che qualifica la tortura come reato comune; i protettori degli assassini di Carlo, Stefano, Giuseppe, Michele, Riccardo, Gabriele, Aziz, Abderramahan, Domenico e altri.
I pervicaci guerrafondai, solerti a coprire gli “eroi” dei crimini di guerra e di “polizia internazionale” compiuti anche dai militari italiani a tutte le latitudini, per terra e per mare.
Le loro scuse balbettanti hanno un solo scopo: quello di difendere il sistema, del quale la malapolizia non è eccezione, ma strumento efficiente di controllo sociale.
Per approfondire la storia della triste vicenda di Federico Aldrovandi il link del film “E’ stato morto un ragazzo” di Filippo Vendemmiati https://www.youtube.com/watch?v=6nYOfKLGsuI