Brescia è Piazza della Loggia, con la stele che ricorda la strage di operai, un delitto di mano fascista rimasto come sempre impunito.
Brescia è un centro storico sgombrato progressivamente del mondo multietnico e popolare per far posto a studi notarili, a uffici commerciali; sono negozietti che espongono oggetti e cibi da tutto il mondo accanto ai negozi di alto bordo con merci raffinate e costose.
Brescia è una classe operaia che fondò la Camera del Lavoro più forte d’ Italia e che ora annaspa tra disoccupazione e revisionismo; sono interi condomini caduti sotto i colpi del TAV e delle compensazioni; ed è un mondo ambientalista che si intuisce sotto una coltre di pesante indifferenza. Intorno, i vigneti di Franciacorta accanto alla periferia di capannoni vuoti e fabbriche chiuse.
L’assemblea a sostegno della lista Tsipras si tiene nei salone della Camera del lavoro. Numerose le presenze, il dibattito non convenzionale. Siriza e la Valle No TAV si alternano nel racconto delle lotte e nella critica all’Europa della troika e del Fiscal Compact; un’Europa non riformabile, solo da abbattere, in modo da ricostruirne un’altra più giusta e vivibile per tutti.
Torniamo lungo vie deserte, viali silenziosi, spazzati da un vento gelido.
Negli angoli figure raggomitolate: la povertà, che di giorno è bandita per non turbare i turisti, torna a riprendersi le strade, la notte.