Vertigine. Sento il salto nel buio che sta coinvolgendo la mia generazione, Più che mai ora, in questi tempi in cui l’epidemia inghiotte, giorno dopo giorno, persone care, alle quali non posso e non voglio rinunciare..
Contro il buio cresce l’urgenza di lasciare qualche traccia, qualche messaggio per chi viene dopo ed è già sulla strada, nella prospettiva della lotta di sempre.
Fogli di diario.
Quello che oggi si rivela, in questo non-luogo, è la falsità di una democrazia traditrice non solo del popolo che per essa lottò, ma delle ragioni elementari della vita.
Quel che appare in tutta la sua violenza, in questo mondo di vivi condannati all’immobilità è un sistema vendicativo, che fa il deserto e lo chiama pace .
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Qui oltre le sbarre avanza la giornata immobile dei giorni festivi, Il deserto di attività e di messaggi da fuori.
Sono riuscita, non senza ripetute chiamate, ad andare in doccia; Acqua calda, dopo l’acqua gelata della cella: la sua carezza mi fa bene, è casa…Ma l’illusione finisce, la cella pretende il ritorno, la secondina aspetta con le chiavi, per richiudere….
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Poco prima di mezzogiorno sono passate due anziane suore, a regalare un pacchettino di mentine Leone: sono l’oro, l’incenso e la mirra dell’ Epifania….o la calza della Befana.
Questa notte, dalle inferriate ho spiato il cielo, in attesa…Ma non sono riuscita a cogliere altro se non il tormento dell’elicottero nella consueta perlustrazione sul carcere.
Dunque niente comete per noi, niente streghe liberatrici, solo uno spicchio di luna crescente, in un o spazio vuoto.
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Degli antichi saggi venuti dall’Oriente con doni al bambino poverissimo uscito da pochi giorni ad abitare il mondo, ho qui con me le eredi: le intravedo oltre i blindi, le incontro all’ora d’aria; ragazze venute dagli inferni dell’ emigrazione, che si trascinano appresso la loro povertà, più povere e dimenticate di quel bambino, per il quale migliaia di secoli fa quei sapienti si misero in viaggio, guidati dalla stella.
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Mi impegno a pulire la cella, già di per sé pulita, come i luoghi dove nessuno viene e da cui nessuno va…
In realtà, non rinuncio alla speranza che, per un qualche sortilegio, la piccola scopa si animi, diventi testa d’ariete contro sbarre e mura, e riesca ad aprire un varco da cui, in questa mattina dimenticata dell’epifania, una folla di prigionieri riesca a trovare la via di fuga, il volo di liberazione.