Oggi visita dei carabinieri. Non era per accompagnarmi in carcere, ma per verificare l’idoneità della mia casa a diventare per un anno la mia prigione e saggiare la disponibilità del mio compagno di vita a condividere la mia galera domiciliare.
Ho risposto che non ho chiesto misure alternative, quindi, ancora una volta, non sono disponibile ad essere la carceriera di me stessa: i domiciliari non li rispetterò.
Ma com’è che questa “giustizia” forte con i deboli e debole con i forti”, pronta a mandare in carcere un povero diavolo che sottrae ad un supermarket due scatolette di tonno, risoluta a randellare con i suoi tribunali ogni opposizione sociale (come sanno bene le donne e gli uomini del movimento NO TAV), cerca di evitare nei miei confronti un provvedimento che la sua stessa”legge” le imporrebbe?
Vedremo nei prossimi giorni. La partita a scacchi continua.