“Era già l’ora che volge il disio
ai navicanti e ‘ntenerisce il core
lo dì c’han detto ai dolci amici addio;
e che lo novo peregrin d’amore
punge, se ode squilla di lontano
che paia il giorno pianger che si more….”
Le parole di Dante vincono i secoli per portarmi la malinconia di questo cielo invaso ormai dal buio.
Gli animali compagni della mia vita mi aspetteranno invano anche stasera, resterà spenta la finestrella della soffitta che custodisce i miei libri più cari. La casa non sentirà il mio passo.
Ma qui, fino alle finestre della mia evasione, salgono le voci quiete dei miei fratelli e delle mie sorelle che vegliano su di me, il dolce rumore dei giochi di bambini.
Aspettiamo con animo sereno: né sentenza di tribunale né sbarre di prigione potranno sopprimere la verità semplice e forte di questa nostra lotta.
Forse all’alba arriveranno con manette e manganelli, ma il battito dell’ora che mi porta la brezza notturna segna già il tempo che verrà, quello dei liberi e uguali.